Luca Bertagnolli, Esperto in scienza e tecniche psicologiche e Istruttore Nazionale di Sci Alpino:

“L’inizio della mia storia, e quindi della storia di Mente Mobile, si intreccia con una passione forte, un legame che ha unito me, mio padre e in seguito mio figlio: lo sci. Mio padre Remo era Maestro di sci alpino e faceva parte del gruppo sportivo della Guardia di Finanza. Lui mi ha insegnato tutto: la determinazione, la dedizione, la disciplina… e molto, molto altro. È stato lui a introdurmi al mondo dello sci, mettendomi gli scarponi che avevo soli due anni. Praticamente, non appena avevo cominciato a camminare, ero già pronto a scendere in pista!
Ed io ne ero felicissimo. Oltre ad amare quello sport, la sensazione di muoversi rapidissimamente sulla neve bianca, leggero e scattante, avevo modo di passare del tempo con mio padre, di seguire le sue orme. Infatti, crescendo sulla pista intrapresi il suo stesso percorso, all’inizio facendo gare di sci a livello nazionale e
internazionale, e poi diventando a mia volta Maestro di sci nel 1995, ad appena vent’anni.

Ma al di là dello sport, ciò che ci legava era un rapporto davvero “viscerale”: mio padre ha dedicato la sua intera vita a me, ha fatto mille sacrifici perché crescessi in modo sano e felice. E così facendo mi ha insegnato tantissimo, dal valore del sacrificio a quello dell’umiltà.
Mi ha amato molto, ma non mi ha mai viziato. Piuttosto, mi ha insegnato a contare sulle mie forze, cosa significa partire da zero e, soprattutto, cosa significa il rispetto. Questo era un punto a cui teneva molto. Anzi, si può tranquillamente dire che era abbastanza rigoroso su questo aspetto: la sua è stata un’educazione un po’… “militare”, ma giusta.
Per sua fortuna non sono mai stato refrattario alle regole, anzi, seguivo i suoi insegnamenti con diligenza, ma sarebbe stato solo crescendo e guardandomi indietro che avrei veramente apprezzato tutto quello che mi ha trasmesso in fatto di comportamento. Le “regole” erano piuttosto semplici: mai mancare di rispetto, mai lamentarsi, dire sempre “Sì, signore, sì, signore”, ascoltare con attenzione. Parlare? Solo quando mi veniva data la parola, e comunque né troppo né troppo poco, ma il giusto.”