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Per l’editoria bisogna fare di più

Per il comparto editoriale bisogna fare di più. A ribadirlo è la Fieg che torna a chiedere al Governo “un supporto per non rimanere inghiottita dalle sabbie mobili della crisi che si sta abbattendo sull’industria dei quotidiani e dei periodici che, comunque, è pur sempre da considerare nella sua essenza di presidio «strategico per la democrazia»”. Secondo Andrea Riffeser Monti, Presidente della Federazione degli editori di giornali, gli investimenti governativi sono indirizzati a settori non strategici per la democrazia, mentre la stampa rimane ignorata.

 
Ad allarmare, ricorda Il Sole 24 Ore , la cancellazione del Fondo Straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria, insieme ai suoi 140 milioni per il 2023. Sembrano soldoni: ma il contributo è stato di soli “5 centesimi (poi aumentati a 10) alle realtà editoriali per ogni copia venduta”. Ci sono poi stati aiuti alle edicole; aiuti per le assunzioni nelle redazioni e sostegni per gli investimenti nel digitale (validi anche per radio e Tv).


Dalla Fieg, quindi, arriva un monito al governo e a tutte le forze politiche, “affinché siano coese nella volontà di contrastare la cattiva informazione, garantendo una informazione di qualità, fondamentale tanto più in un periodo di confronto elettorale”. Più risorse di sostegno al settore, in sostanza, che possano favorire gli investimenti tecnologici necessari in un periodo in cui “l’intelligenza artificiale rischia di essere un treno ad altissima velocità che potrà compromettere il pluralismo dell’informazione se restasse appannaggio di chi ha incalcolabili risorse fuori dai nostri confini nazionali”.

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