Giorno nuovo, polemica vecchia. Purtroppo, direi. Perché, in fondo, la questione è sempre la stessa e la domanda che torniamo a farci, oggi, non è certo nuova: siamo di fronte all’ennesimo caso di censura?
Che tra Roberto Saviano e Giorgia Meloni non scorra buon sangue è cosa risaputa; ma a riaprire il “dissing” mai spento tra i due ci ha pensato l’esclusione del noto scrittore dalla Fiera del Libro di Francoforte, che ha sollevato un dibattito acceso sulle interferenze politiche nell’editoria. Saviano, infatti, non era stato inizialmente invitato all’evento del 2024, dove l’Italia sarà ospite d’onore.
I fatti
Tutto è partito quando Mauro Mazza, commissario straordinario designato dal governo su proposta della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha presentato a Francoforte le scrittrici e gli scrittori italiani invitati. Peccato che mancasse Saviano! Così, un giornalista tedesco ha chiesto il motivo di tale esclusione, ipotizzando come motivazione le sue posizioni critiche rispetto al governo. La risposta? Sono stati scelti autori dalle “opere originali”. Alla fine, dopo molte polemiche, Saviano sarà presente alla Buchmesse, su invito del presidente della Fiera, Jürgen Boos,e da associazioni del mondo editoriale tedesco.
Nuova censura dal Governo?
La polemica, comunque, non si arresta. La decisione è stata percepita da molti come una censura preventiva per le sue critiche al governo Meloni, alimentando polemiche e discussioni sulla libertà di espressione. Polemiche che, negli ultimi mesi, sono care al governo Meloni, accusato di operare censure nei confronti di figure culturali e intellettuali critiche nei confronti dell’attuale esecutivo. Lo scrittore Antonio Scurati, ad esempio, ha visto il suo monologo sul 25 aprile cancellato dalla Rai. Il monologo, che trattava temi legati al fascismo e al post-fascismo, è stato eliminato per “motivazioni editoriali”. Scurati ha denunciato questa decisione come un atto di censura, sottolineando che il suo pensiero critico verso il fascismo è stato intenzionalmente silenziato.
Anche le scrittrici Nadia Terranova e Jennifer Guerra hanno riportato esperienze simili. Terranova ha dichiarato che il suo monologo sulle cariche della polizia agli studenti di Pisa è stato respinto dalla Rai, mentre Guerra ha raccontato che la sua partecipazione a un programma televisivo è stata annullata all’ultimo momento dopo aver criticato le politiche del governo Meloni sui diritti delle donne e sull’aborto. E ancora, il 6 maggio 2024, i giornalisti della Rai hanno organizzato uno sciopero per protestare contro le interferenze governative sulla libertà di stampa. La protesta è stata indetta dall’Unione Sindacale Giornalisti Rai (Usigrai), con un’adesione del 75%.I giornalisti hanno denunciato che la Rai è stata ridotta a un megafono del governo, con pressioni politiche che influiscono sulla programmazione e sul contenuto dei notiziari.
Questi episodi, insomma, riflettono un clima di tensione crescente tra il governo e il mondo della cultura, con numerose accuse di interferenze politiche e censura.
Edizioni &100 sostiene una cultura libera, impegnandosi a promuovere la diversità di pensiero, la libertà di espressione e la pluralità delle voci. Le numerose minacce alla libertà culturale possono influenzare il panorama editoriale che deve, invece, rimanere più libero possibile da interferenze esterne.