Nel panorama dell’editoria contemporanea, l’editing costituisce una fase fondamentale per la trasformazione di un manoscritto in un prodotto editoriale compiuto e coerente. Nonostante la crescente automazione di alcuni aspetti della filiera editoriale, l’intervento umano dell’editor resta insostituibile per garantire qualità testuale, congruenza narrativa e adeguamento al mercato di riferimento. A differenza della semplice revisione linguistica o del controllo ortotipografico, l’editing interviene in profondità sul testo, agendo su struttura, coerenza interna, tono, ritmo e posizionamento editoriale.
Nel workflow editoriale, l’editing si colloca dopo l’acquisizione del manoscritto e prima della revisione finale e dell’impaginazione. Il suo compito principale è duplice:
migliorare la leggibilità e l’efficacia comunicativa del testo;
allineare il contenuto alle aspettative del pubblico target e della collana editoriale di riferimento.
L’intervento dell’editor non è neutro: comporta una vera e propria mediazione culturale, tra l’intenzione autoriale e le esigenze del lettore contemporaneo. Si distinguono generalmente tre livelli di intervento:
Editing strutturale: analisi e riorganizzazione della macrostruttura del testo (sequenze narrative, coerenza logica, costruzione dei personaggi, gestione dei tempi narrativi);
Editing stilistico: intervento sulla microstruttura (scelte lessicali, registro linguistico, fluidità delle frasi, tono della narrazione);
Editing linguistico-formale: controllo grammaticale, sintattico, lessicale, con particolare attenzione alla coerenza interna (nomi, date, ambientazioni) e all’uniformità stilistica.
In ambito accademico si tende a utilizzare anche la distinzione anglosassone tra substantive editing, line editing e copyediting, utile per definire con maggiore precisione l’estensione e la profondità dell’intervento.
L’editor è oggi una figura altamente specializzata, il cui ruolo richiede competenze trasversali: padronanza della lingua, cultura letteraria, sensibilità narrativa, capacità organizzativa e conoscenza del mercato editoriale. A ciò si aggiunge una competenza relazionale non trascurabile: l’editor lavora in dialogo con l’autore, spesso anche in forma di coaching testuale. Negli ultimi anni, inoltre, l’editor è chiamato a confrontarsi con strumenti digitali di supporto all’editing (software di controllo stilistico, versionamento dei testi, piattaforme collaborative), che ne modificano le modalità operative ma non la funzione sostanziale.
Solo un editing competente, rigoroso e consapevole può garantire qualità e leggibilità a lungo termine. Sottovalutare questa fase significa produrre testi che, pur formalmente pubblicati, restano incompleti sotto il profilo comunicativo ed editoriale.
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